Storia

Cronistoria  Fondazione 2004
2004/2005: 1° posto 3^Categoria Isernia. Promossa in 2^Categoria     
2005/2006: 1° posto 2^Categoria. Promossa in 1^Categoria
2006/2007: 1° posto 1^Categoria. Promossa in Promozione
2007/2008: 5° posto Promozione.(Perde le semifinali play-off contro Oratoriana Limosano)
2008/2009: 2° posto Promozione. Promossa in Eccellenza (dopo spareggio secondo posto con Aurora Ururi) 
2009/2010: 10° posto Eccellenza.
2010/2011: 11° posto Eccellenza. 
2011/2012: 14° posto Eccellenza. (Salva dopo play-out contro Virtus Bojano)
2012/2013: 13° posto Eccellenza. (Retrocessa dopo play-out contro Gambatesa)
Rinuncia al sicuro ripescaggio in Eccellenza e decide di iscriversi in Prima Categoria. Cambio di denominazione in ACD G.Carullo.
2013/20148° posto Prima Categoria.
2014/2015: 7° posto Prima Categoria
Ripescata al campionato di Promozione.
2015/2016: 15° posto Promozione. (Retrocessa dopo play-out contro Petacciato)

La nascita
La Virtus Matesina nasce nel luglio del 2004 ad opera di Giovanni Ferrazzano, ex patron della G.C. Santangiolese, squadra di Sant'Angelo d'Alife, militante allora nella 2°Categoria campana. I continui torti subiti ai danni della società e la scarsa lealtà calcistica e reiterata scorrettezza osservata la domenica sui diversi rettangoli di gioco della Campania, spingono Ferrazzano a lasciare la guida della sua squadra all'altro presidente:Vittorio Argo.
Decide allora di fondare una nuova società e di iniziare una nuova avventura iscrivendosi e giocando nella regione vicina, il Molise.
Ferrazzano riesce a coinvolgere un buon gruppo di persone (tutti di Sant'Angelo d'Alife) per metter su una società solida, e con l'aiuto di Ugo Gilardi (che diverrà poi il presidente della neonata società), e di altri elementi, riesce a trovare anche un supporto economico adeguato: nasce la Virtus Matesina.
Gli inizi
La squadra nei primi 4 anni gioca in tre diversi campi sportivi di altrettanti paesi (Mastrati, Pratella, Ailano); non ha una precisa appartenenza geografica, ma di fatto, essendo tutti i dirigenti santangiolesi, va a rappresentare Sant'Angelo d'Alife, anche se la denominazione stessa della squadra ovvero Virtus Matesina,  la porta a rappresentare tutto il comprensorio matesino che viveva in quel periodo una profonda crisi calcistica e vedeva nella Virtus la sua unica protagonista.   
Nel 2006 con la scomparsa della G.C. Santangiolese, si decise di prenderne il posto come prima squadra del paese, per cui la Virtus diventa ufficialmente l'unica squadra di S.Angelo d'Alife e cambia il nome in Virtus Matesina Santangiolese pur non giocando in paese.
Tre anni e tre promozioni consecutive
Nei primi tre anni di vita, la squadra riesce a vincere tre campionati consecutivi. Ferrazzano decide di puntare solo su calciatori locali, molti dei quali erano con lui nel campionato campano, e su tanti giovani del posto. Con pochi soldi ed una gestione oculata dei giovani e delle finanze, partiti dalla Terza Categoria, la società riesce ad approdare in Promozione ammazzando letteralmente i campionati. La superiorità tecnica evidenziata è netta e le tre promozioni sono condite dalla vittoria della Coppa Isernia (trofeo tra le vincenti dei gironi di 3° Categoria), da un titolo regionale di 2°Categoria (tra le vincenti dei gironi di 2°Categoria) ed un titolo regionale di 1°Categoria (tra le vincenti dei gironi di 1° Categoria). La società inizia a farsi un nome, comincia ad avere un certo blasone, e si contraddistingue per la serietà e lealtà, facendosi ben volere in regione nonostante non sia una squadra molisana. L’unico rimpianto della società in questi primi tre anni, è di non essere riusciti a conquistare la Molise Cup, trofeo che si gioca ogni anno tra tutte le squadre partecipanti alla 1°,2° e Terza categoria.
I due anni di Promozione e la conquista dell’Eccellenza
Nel campionato 2007/2008  la società deve affrontare la serie b regionale. L’obiettivo dichiarato è la conquista della promozione diretta in Eccellenza con la vittoria del campionato o col raggiungimento del secondo posto, ma alla fine il risultato tradisce le attese. La squadra si dimostra troppo incostante e si piazza solo quinta, accedendo tuttavia ai playoff dove però esce al primo turno contro l’Oratoriana Limosano, pareggiando 2-2 in casa e perdendo 3 a 0 fuori casa.  
Agli inizi del 2008 è da registrare l'abbandono della società da parte del suo principale fondatore:Ferrazzano, il quale per contrasti interni con alcuni dirigenti, decide di farsi da parte e lasciare il paese per approdare in un'altra società:la Joyland Matesina. Il motivo principale dell’abbandono è da risalire alle scelte di gestione e anche di mercato. Nell’allestimento della rosa  e dell’allenatore infatti ci furono non pochi problemi; si scelse di puntare su giocatori e allenatore non del posto alzando di molto le spese mentre Ferrazzano avrebbe preferito puntare ancora su molti giocatori della vecchia guardia e sui giovani, con un occhio prima di tutto ai conti della società. La squadra fino a dicembre tradì le attese, e di fronte ad un secco no ad una richiesta di cambiamento, allora Ferrazzano diede l’addio.
L’anno dopo ai nastri di partenza si presenta una rosa rivoluzionata, con pochi confermati. Da settembre 2008 la società può usufruire finalmente di un campo sportivo tutto suo, finendo di girovagare di paese in paese, e inizia a giocare sul comunale di Sant'Angelo d'Alife, fresco di ammodernamenti e intitolato al compianto Gianfranco Carullo, storica bandiera calcistica del paese. La squadra, seppur con alcuni alti e bassi si dimostra più competitiva e si piazza al secondo posto a pari punti con l’Aurora Ururi. Il 30 aprile 2009 allo Stadio Comunale di Trivento si gioca uno storico spareggio e la Virtus Matesina batte l’Ururi 4-2  riuscendo a conquistare il campionato di Eccellenza, traguardo mai raggiunto nei diversi anni di storia calcistica santangiolese.
Il primo anno di Eccellenza
L’impatto col massimo campionato regionale non è dei migliori. Una cattiva programmazione estiva pesa sulle spalle della società che all’inizio spende troppo e male. La squadra ha un avvio disastroso e naviga nei bassifondi della classifica e la rosa  risulta essere un continuo cantiere aperto con un via vai di giocatori e tecnici. Bucci e Gilardi, rispettivamente vicepresidente e presidente cercano una svolta e con un investimento importante portano alla Virtus dei nomi altisonanti per la categoria come il portiere Ciontoli, i difensori Ferrara e Rea e il centrocampista Troise, oltre ad avere già in squadra Izzillo, bomber navigato. La squadra ingrana una buona striscia vincente, ma non riesce a fare il giusto salto di qualità per portarsi nelle zone alte di classifica e alla fine conquista la salvezza con soli due punti di margine dai play out. Per l'enorme budget speso, ed i grandi nomi in rosa, si sarebbero dovute raggiungere posizioni migliori ma così non fu, e purtroppo la cattiva gestione societaria, che oscura la buona reputazione creata nelle stagioni passate,e sopratutto economica di questa annata, portano la società a rischio di non iscriversi al campionato successivo.
Dal rischio scomparsa, ad una storica salvezza
L’estate che precede l’annata 2010/2011 inizia con un tira e molla tra voci certe, o presunte tali, di un possibile passaggio di proprietà della società o della vendita del titolo sportivo. Un campionato condotto male ed economicamente oltre il limite, fanno tirare i remi in barca ai principali finanziatori e guide della società ovvero Bucci e Gilardi che non intendono continuare. Notizie di nuove cordate di imprenditori pronte a subentrare si susseguono ma quando il termine ultimo per l’iscrizione è ormai vicino, soluzioni sembrano non esserci, e la società si avvia verso la scomparsa.
A pochi giorni dal termine dell'iscrizione al campionato, quando ormai sembrava scontata la scomparsa della Virtus Matesina e quindi di conseguenza anche del calcio a Sant'Angelo d'Alife, la squadra viene rilevata e salvata grazie all'intervento di colui che l’aveva fatta nascere, ovvero Giovanni Ferrazzano che insieme ad Antonio D'Agostino, presidente della Joyland Matesina, e tutto il gruppo societario della stessa, vendono la Joyland Matesina e acquisiscono la Virtus, creando una nuova società, che in extremis si reiscrive al campionato di Eccellenza.  Nel nuovo organigramma societario entrano anche cinque vecchi dirigenti tra cui i vecchi “patron” ovvero Bucci e Gilardi che assicurano di versare anche loro una quota in denaro pur non partecipando attivamente alla gestione. La situazione ereditata dalla nuova società non è delle migliori, la nuova dirigenza praticamente deve affrontare il massimo campionato regionale ripartendo da zero, a 15 giorni dalla prima gara ufficiale e senza neanche più un calciatore tesserato tranne qualche juniores, e soprattutto col problema di avere a disposizione un budget bassissimo e senza sponsor che possano finanziare la causa, vista la mancanza di programmazione alle spalle causa tempi ristretti. La sfida è durissima e la nuova annata comincia puntando tutto sulla politica che Ferrazzano aveva già intrapreso nei suoi primi anni di gestione e che aveva avuto i suoi frutti, ovvero investimento sui giovani e occhio prima di tutto al bilancio. La squadra viene affidata a mister Raffaele Ceriello, ex portiere del Napoli anni’80, molto legato a Ferrazzano, in quanto insieme avevano vinto due campionati di serie C femminile consecutivi nei due anni precedenti. La dirigenza riesce a mettere su una rosa fatta solo di giocatori della zona, allestita in poco tempo attingendo al parco giocatori della Joyland Matesina che militava in 1° categoria. La scommessa è grande e rischiosa ma Ferrazzano, in veste di Direttore Generale, è fiducioso e allestisce una rosa fatta per 2/3 di under 18, con 3-4 giocatori di esperienza, tra cui Santomassimo, veterano della categoria. Mister Ceriello fa un gran lavoro con la rosa dal punto di vista tecnico, soprattutto con i giovani, e la squadra pur navigando nelle zone basse della classifica, non sfigura, tenendo testa a squadre blasonate come Turris e Petacciato. Purtroppo i risultati non arrivano,  e la scarsa esperienza si paga. A dicembre la dirigenza porta in bianco-azzurro Raucci, bomber di categoria e Stellato, centrocampista di esperienza, in grado di dettare i tempi in mezzo al campo.  La musica all’inizio però non cambia e nonostante l’apporto dei nuovi, arrivano 4 sconfitte consecutive con 15 gol incassati che portano ad una situazione di classifica precaria. A farne le spese è l’allenatore che viene esonerato. Al timone Ferrazzano ingaggia Carlo Tino, tecnico giovane e motivato. La sfortuna di questa annata non ha però fine perché a metà stagione la società passa un momento delicatissimo, infatti i due principali finanziatori della vecchia società che erano entrati come dirigenti anche in quella nuova appena creata, non mantengono fede agli impegni economici pattuiti ad inizio stagione, per cui i fondi sono pochi e non si riesce a far fronte alle spese. A questo si aggiunge il disinteresse generale dell' amministrazione comunale che non mette a disposizione della società  neanche un euro; la gente del paese per di più, fin dalle prime partite, si mostra per niente interessata alla squadra e le tribune del “G.Carullo” sono sempre semi-deserte. In questo clima, D'Agostino e Ferrazzano fanno gli straordinari per portare avanti la squadra, e per risolvere tutti i problemi; inoltre grazie ad un accordo con una cordata di persone dalla vicina Piedimonte, viene garantito un aiuto economico importante per terminare la stagione.
Il neo mister Tino fa un lavoro straordinario e la squadra riesce a venire fuori da una situazione che sembrava ormai irrimediabile. In casa viene eretto un vero e proprio fortino, con 4 vittorie ed 1 pareggio su 5 partite. Alla fine del campionato, il miracolo è compiuto e viene conquistata una meritata salvezza, evitando addirittura i play-out di due punti.
La disastrosa fusione con Piedimonte terminata in anticipo, la girandola di allenatori, e la salvezza in extremis
L'annata 2011/2012 comincia all'insegna dell'ottimismo. L'accordo precedentemente fatto con la cordata di persone di Piedimonte prevedeva il loro ingresso in società, e la realizzazione di un progetto importante, cioè spostare la squadra in una piazza con un bacino di utenza molto più ampio, ovvero Piedimonte Matese, per poter a lungo termine realizzare qualcosa di importante. A luglio viene formata una nuova società con un nuovo consiglio direttivo ed un nuovo organigramma, e in società entrano una decina di persone tutte provenienti dalla Pro Piedimonte, squadra militante nel campionato di Seconda categoria campano. Le attese sono molte, ma i problemi tra vecchi e nuovi nascono già dalla preparazione pre-campionato, a causa delle scelte di mercato e di gestione della squadra imposte dai nuovi soci di Piedimonte.  Il campionato per la Virtus non inizia per niente bene, e continua peggio. I risultati non arrivano, il gioco è assente, e la rosa sembra non essere adeguata. Le diatribe interne intanto continuano, a causa delle diverse vedute di gestione, e i nuovi soci tagliano via dalla gestione attiva buona parte della vecchia dirigenza che è costretta a guardare dalla tribuna la squadra la domenica.
A novembre però dopo un susseguirsi di risultati disastrosi interviene il Presidente che col pugno duro esonera l'allenatore che era stato fortemente voluto dal nuovo gruppo societario ad agosto, e si impunta affermando la sua autorità in società; di contro tutti i soci di Piedimonte rassegnano le loro dimissioni lasciando la squadra alla vecchia dirigenza e portando via con sè una buona parte di calciatori.
La situazione creatasi non è la migliore. C'è da ricostruire per intero una squadra ed uno spogliatoio. Alla guida del gruppo c'è il ritorno di mister Tino, colui che aveva salvato la squadra l'anno prima. A dicembre arrivano sei nuovi rinforzi e il buon gioco e i risultati  non tardano ad arrivare. Bellissime le vittorie con Sesto Campano e Vastogirardi. C'è ottimismo e aria di ripresa ma dopo la sfida persa col Bojano, Tino, rassegna le dimissioni, dopo una discussione col presidente D'Agostino, a causa di alcune scelte pre-gara, che avrebbero penalizzato la squadra. C'è da trovare un nuovo mister in fretta, e il duo Cocchiarella-Ventura sembra la scelta giusta, ma dopo una sola settimana, i due mister lasciano la squadra, e lo spogliatoio ormai è a pezzi. Ci vorrebbe un motivatore, un uomo di esperienza, che abbia già gestito situazioni simili, ed ecco che Ferrazzano porta a Sant'Angelo, Walter Acierno. Grande uomo di calcio, cofondatore della scuola calcio Nino Gravina, ed esperto in salvezze e promozioni, il neo mister cerca subito di ricompattare il gruppo e lavorare a livello mentale sui suoi ragazzi. Purtroppo man mano che passano le giornate, i risultati non arrivano nonostante la squadra mostri un buonissimo gioco e produca una miriade di palle gol. La squadra finisce 14esima e deve giocarsi la salvezza ai play-out contro la Virtus Bojano. Sulla carta sembra una sfida scontata ma la Matesina con grinta e determinazione gioca due gare perfette e si conquista con merito un altro anno di Eccellenza. 
L'iscrizione in extremis e l'amara retrocessione
Dopo la grande salvezza conquistata, purtroppo però arriva il buio sul futuro della società. Si parla di scomparsa definitiva, in quanto Ferrazzano non intende continuare. La crisi economica che attanaglia l'Italia si fa sentire e la mancanza di sponsor e di aiuti economici rendono difficile il proseguio dell'attività sportiva, anche perchè il presidente D'Agostino, nonostante le promesse, si tira indietro e lascia tutto in mano al solo Ferrazzano. Negli ultimi giorni però, grazie ad un accordo con un imprenditore vitulatino che sarebbe dovuto diventare in seguito il nuovo presidente, si apre uno spiraglio sul futuro societario, e la squadra viene iscritta al campionato nell'ultimo giorno utile. In breve tempo viene allestita un ottima squadra con un folto gruppo di calciatori vitulatini, legati al nuovo allenatore, voluto dal futuro presidente. Le premesse sono buone, la squadra gioca bene e ottiene punti con squadre blasonate ma, presto qualcosa si inceppa e la classifica si fa sempre più difficile. Nel frattempo l'impenditore vitulatino purtroppo non viene incontro alle promesse e si tira indietro e Ferrazzano è costretto a sobbarcarsi tutta la gestione economica. L'ossatura vitulatina della rosa lascia la squadra e poco dopo di comune accordo con lo stesso mister che si fa da parte, Ferrazzano decide di cambiare la guida tecnica per passare ad una sorta di autogestione. Alla guida va Grillo, dirigente della società, con esperienze già in panchina, coadiuvato dal capitano e mister della Juniores De Tato che si occupa della parte atletica. La ripresa è evidente ma non si riescono ad evitare i play-out per soli due punti e dopo due gare da cardiopalma contro il Gambatesa, la Virtus dopo quattro anni è costretta a salutare la categoria e subire la prima retrocessione della sua storia.  
Il nuovo ciclo, il cambio di denominazione sociale e la ripartenza dal basso. 
Nonostante il sicuro ripescaggio in Eccellenza, la società in estate tira i remi in barca. Ferrazzano, rimasto solo a contribuire economicamente, decide di non continuare nel massimo campionato regionale. All'inizio si pensa di puntare solo sul settore giovanile, ma poi grazie anche all'iniziale contributo economico di un piccolo imprenditore locale, Ferrazzano si iscrive e riparte dalla Prima Categoria puntando su un campionato a costo zero con tutti calciatori locali. Per il nuovo ciclo c'è anche il cambio di denominazione sociale e la Virtus Matesina diventa ACD G.Carullo in onore di Gianfranco Carullo, storico portiere e bandiera calcistica del paese. 
Dopo due campionati tranquilli in Prima Categoria con un ottavo e un settimo posto conquistati, e un decennale di attività festeggiato, la società inoltra domanda di ripescaggio e inaspettitamente viene ammessa al campionato di Promozione 2015-2016.